di Giulio
“[…] Poichè le teorie psicologiche della personalità e del suo sviluppo sono così fortemente dominate dalla visione “traumatica” degli anni infantili, la messa a fuoco dei nostri ricordi e il linguaggio con cui raccontiamo la nostra storia sono a priori contaminati dalle tossine di tali teorie. E’ possibile, invece, che la nostra vita non sia determinata tanto dalla nostra infanzia, quando dal modo in cui abbiamo imparato a immaginarla […].”
In questo testo emerge un significato importante: rileggendo le righe da me proposte con i colleghi del giornale è stato possibile trovare un senso che prima era imponente e farne una rielaborazione.
La società condiziona sì l’uomo, ma l’uomo condiziona anche la società e prende una posizione per come interpreta la vita.
I malati psicotici la interpretano a modo loro.
Interpretare nella vita, però, non è una malattia.