di Ale
LA POESIA
La poesia è la mia religione, sempre in evoluzione,
ed accattivante da che ne ho scritte tante e straripante,
connubio ideale tra il pensare ed il fare,
tra il dire e il buon fine, e che ci vada a finire,
la poesia la elaboro, e non è nulla in cui la contamino,
casomai mi rianimo, e concludo il mio prezioso dialogo,
tra me e i miei ipotetici lettori, cosicché si alzano i miei toni,
i miei cori da stadio, a volte litigiosi ma per motivi ardimentosi,
che si sviluppano e ormai hanno una fine, però in passato in divenire è la poesia, leccornia mia
ULTIME SETTIMANE
In queste ultime settimane,
non ho scritto perché stavo male,
ed invece ultimamente, ho scritto niente male,
come “le onde in progressione del mare”,
ho lavorato senza sosta,
come più giri in una giostra,
e per la mia contentezza, non ne v’è scaturita una poesia grezza, tutto in scioltezza,
e senza nessuna tristezza, ristrettezza,
ho scritto anche di buon’ora,
e perché non gioirne allora?
Nelle ultime settimane, abuliche e apatiche,
ora mi son messo a scriver, di cose anche simpatiche,
godendone alla lettura di una in una,
e non ho steccato in nessuna, una volta passata la precedente paura,
e nelle ultime settimane “in una sorte di conclave”.
UNA GIORNATA
Una giornata nevosa e quindi nuvolosa,
ma che non spegne la luce che ho dentro,
e che non va a rilento,
e che non svilisce la verve che ho, in questo momento,
assai estroso ed assai luminoso,
per una poetica corretta e che di cuore vada diretta
perché come “focolaio” scalda,
come un’appena preparata cialda
e come fa ad arrivare al cuore
come ad esempio con “riscaldate parole”
e cioè come vuole bene una madre alla sua prole
come uccelli scaldanti,
che amorevolmente i loro cuccioli mandano avanti,
o come un camino che scalda il fortunato
e lo rende più irradiato di calore
come fossero piccoli raggi di sole,
ed una giornata innevata di rado capitata.
E RIDO
E rido, perché dinanzi ad una nuova poesia mi sfido tutto ciò è allegria,
e che la faccio tutta mia, si, mi butta bene perché ne scrivo un insieme
e tutto parte dal mio seme e spacco se è tutta farina del mio sacco
e dal foglio non mi stacco perché le mie poesie, non siano un pacco, uno smacco,
un pasticcio, “un feticcio”.
E rido, della fantasia che posseggo e di poesie ne faccio un “greggio” e se ci sarà un peggio,
le correggo e penso che ne sia un pregio andarsele a riveder ed eliminarne ciò che di mal possiede.
E rido, perché le avversità sfido.
GLI ANIMALI
É piena di misteri, e di dubbi normali, la poesia sugli animali,
da quelli di casa come gatti e cani, a quelli in natura più strani,
dal leon più imperversante, alla gazzella più scattante,
dal serpente più velenoso, dall’alligatore, con le spinte nelle code,
dai pesci e con la rete, che ne esci,
al leopardo, ed alla sua corsa, imperversando dal più buffo pappagallo,
dalla lepre ed il suo andando,
dalla iena al suo più minaccioso sguardo,
dalla tigre ed alle sue unghie affilate, e da ciò che ne escono di abbuffate,
dagli squali alle lor più minacciose virate,
dalle api alle succulenti nidiate, al maiale dalle carni prelibate,
fino a pesci e dalle loro più sportive puntate.
Gli animali, che per colpa dell’uomo sono più unici che rari.