Di Kikka
Che dire di lui? Nasce a Napoli il 22 settembre del 1979 e si afferma poi come giornalista scrittore scenografo italiano. Diventato noto per il celebre libro Gomorra – da cui è stata tratta una serie di cinque stagioni e di cui andrà in onda sarà la stagione finale – ambientato a Napoli, che parla della Camorra in un quartiere chiamato Scampia.
Dopo la pubblicazione del libro riceve diverse minacce dalla Camorra e tuttora vive sotto protezione con la scorta; è possibile incontrarlo nelle librerie quando presenta un suo libro appena uscito oppure tiene delle lezioni nelle università o nelle scuole italiane dove racconta della sua storia chiusa sotto chiave.
Nei suoi scritti, articoli e nel suo romanzo di esordio Gomorra (che lo ha portato alla notorietà) utilizza la letteratura e il reportage per raccontare la realtà economica, di territorio e d’impresa della Camorra e della criminalità organizzata in senso più generale.
«Ad aver dato fastidio alle organizzazioni criminali è il mio lettore, non sono io. Il mio lettore è ciò che loro non vogliono, il fatto che in questo momento ne stiamo parlando, che ne hanno parlato tutti i giornali, che continuano ad uscire libri, che continuano a nascere documentari, è tutto questo che loro non vogliono, è l’attenzione su di loro, sui loro nomi, soprattutto sui loro affari» (Roberto Saviano sul libro “Gomorra”)
Nei romanzi il tema della speranza rischia di diventare una trappola. E poi cos’è che intendiamo per speranza? Lasciar intravedere una soluzione ipotetica? Suggerire un possibile trionfo del bene? Per me speranza non è nulla di tutto questo. Speranza è riuscire a raccontare le ferite, a tematizzare quello che sta succedendo; speranza è anche dare al lettore la possibilità di sentirsi in grado di entrare in storie che, altrimenti, vedrebbe da lontano, sentirebbe alla periferia di sé stesso, e che invece sono al centro della propria esistenza.»