da “Corriere della Sera”, Giuseppe Remuzzi, 18 ottobre 2020
Depressione e ansia affliggono moltissime persone tanto da essere ormai la prima causa di disturbi mentali da noi e dappertutto e questo porta a disabilità spesso permanente. La dieta mediterranea (molta frutta, verdura, legumi, noci, poche uova, carne bianca, formaggi e carne rossa solo ogni tanto) si può associare a un rischio ridotto di disturbi depressivi e più in generale di disturbi dell’umore. Si deve partire dagli zuccheri, e in particolare quello che i medici chiamano indice glicemico: un alto indice glicemico porti a obesità e diabete e chi ha un alto indice glicemico è più a rischio di andare incontro a sintomi di depressione e ansia. Troppo zucchero nel sangue fa rilasciare ormoni che stimolano stimolano effetti negativi sull’umore (cortisolo, adrenalina, glucagone…). Una dieta inadeguata come quella di molti paesi industrializzati induce infiammazione, con cibi grassi e carboidrati raffinati assunti invece di grassi ricchi di Omega 3 (presenti, ad esempio, nel pesce azzurro). L’alimentazione corretta è solo una parte dell’enorme problema che si nasconde dietro la depressione e i disturbi dell’umore, come eventi stressanti e familiari, che giustificano un’evoluzione dell’umore verso la malinconia. Il microbioma intestinale (insieme dei microrganismi che in maniera fisiologica, o talvolta patologica, vivono in simbiosi con il corpo umano e di tutti i geni che essi sono in grado di esprimere) è in rapporto diretto con la salute mentale: i probiotici che interferiscono con esso migliorano la risposta del cervello alle sfide di emozioni e depressione.
Con il termine Dieta Mediterranea si intende un modello nutrizionale ispirato alla tipica alimentazione della popolazione italiana, greca e spagnola. La scelta di questa area geografica e di questo periodo storico si basa su alcune evidenze scientifiche ed epidemiologiche.
Le caratteristiche della dieta mediterranea sono: abbondanti alimenti di origine vegetale (frutta, verdura, ortaggi, pane e cereali, soprattutto integrali, patate, fagioli e altri legumi, noci, semi), freschi, al naturale, di stagione, di origine locale; frutta fresca come dessert giornaliero, dolci contenenti zuccheri raffinati o miele poche volte la settimana; olio di oliva come principale fonte di grassi; latticini (principalmente formaggi e yogurt) consumati giornalmente in modesta-moderata quantità; pesce e pollame consumato in quantità abbastanza bassa; da zero a quattro uova la settimana; carni rosse in minime quantità e vino consumato in quantità modesta-moderata, generalmente durante il pasto.
Questa dieta ha un contenuto basso in grassi saturi (inferiore al 7-8%), ed un contenuto totale di grassi da meno del 25% a meno del 35% a seconda delle zone. Inoltre originariamente era associata a regolare attività fisica lavorativa, ad esempio nei campi o in casa.
Patrizia
