Per me adesso decido io

Dalla comunità all’appartamento protetto.

Sono stata in comunità per sette anni, dal 2012 al 2019. Era necessario, è servito. Sono stata accolta come in una famiglia, mi sono sentita “voluta bene”, anche quando combinavo pasticci. Io della mia libertà non sapevo farne buon uso…. Per questo non decidevo nulla: erano gli altri a decidere per me. Dalla colazione al pranzo, dalla cena all’ora in cui andare a dormire.Poi, un giorno, i miei curanti, i miei educatori mi hanno fatto “la” proposta. Mi hanno chiesto se volessi andare a vivere in un appartamento protetto, sempre all’interno della comunità, ma in autonomia. Un pezzetto di autonomia, per me? Non potevo crederci. Sono quasi svenuta. “Ne sarò capace?”. “Crediamo di sì”, mi hanno risposto. E allora ho accettato, ma non ci credevo, e tanto meno la mia mamma. Un pezzetto di autonomia…Non è stato facile e non mi riferisco solo all’imparare a badare a me stessa, perché in questo mi hanno aiutato. Io dentro ho ancora una bambina e questa bambina, in comunità, era coccolata, ma aveva il sopravvento sull’adulta che sono. Ora l’adulta si è fatta strada… la bambina c’è ancora ma forse questo è il mio bello. Il problema è mantenere un equilibrio tra la bambina e l’adulta. Per ora ce la faccio… mi occupo di me, lavo, stiro (male, ma non importa), frequento il centro diurno ed esco quando voglio. La libertà è faticosa, alle volte: mi capita ancora di combinare qualche guaio. La bambina non è contenta di farsi da parte. Allora mi sorreggono, ma comunque cammino da sola. Per me, adesso, decido io.

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